L’inquinamento indoor, l’aria inquinata presente nelle case e negli edifici, è al terzo posto nella classifica dei fattori di rischio mortalità dopo la pressione alta e il fumo e, quindi, richiede una nuova sensibilità tra chi vive tra le mura domestiche. Negli ambienti chiusi spesso si trovano più sostanze tossiche rispetto a quelle presenti nell’aria delle città nelle ore di punta, tra cui monossido di carbonio, biossido di azoto, idrocarburi policiclici aromatici, composti clorurati, tetracloroetilene, benzene, naftalene, formaldeide.

A illustrare i pericoli dell’inquinamento domestico è Pier Mannuccio Mannucci, esperto, Professore emerito di medicina interna all’Università di Milano e all’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano: «Se come cittadini abbiamo un potere d’azione limitato rispetto all’inquinamento ambientale, tra le mura domestiche come singoli abbiamo una forte responsabilità nella lotta contro l’inquinamento indoor, che parte da una scelta ponderata dei prodotti per la detergenza da usare». Un altro fattore fondamentale è il corretto ricambio d’aria, che si può ottenere tramite un sistema VMC.

Uno dei principali elementi che concorrono a inquinare le nostre case sono infatti i detergenti e i prodotti che quotidianamente si usano per le pulizie. Ma che, insieme a vernici e solventi, candele e incensi, fumo e fumi di cottura, si accumula nelle stanze e lì rimane, trasformano l’aria di casa in un nemico tanto invisibile quanto pericoloso.

Benzene e formaldeide sono tra i VOC più pericolosi: di natura cancerogena, si diffondono velocemente nell’aria e vengono assorbiti con facilità da bronchi e polmoni per entrare rapidamente nel sangue. Anche con brevi periodi di contatto, l’inalazione di queste sostanze può provocare infiammazioni delle vie respiratore e degli occhi, mal di testa e nausea. Un’esposizione più duratura invece, comporta anche un aumento di rischio per i tumori.

Tratto da YouTrade.