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Le città più inquinate d’Italia nel 2017 sono  Torino (66 gg di superamento  della soglia limite di polveri sottili PM10), Cremona (58 gg) e Padova (53 gg), ma anche Frosinone (52gg di superamento) e Milano (50gg).

È quanto denuncia Legambiente che, oltre a fare il punto sull’aria inquinata con i primi dati sul PM10, nel report “L’emergenza smog e le azioni (poche) in campo”, punta il dito contro i ritardi di regioni e sindaci, i principali responsabili dei “Piani di risanamento dell’aria”, che in questi mesi avrebbero dovuto definire azioni ad hoc e misure stagionali nei rispettivi Piani di risanamento e attraverso le delibere stagionali anche alla luce del piano antismog, firmato dal ministero dell’ambiente con Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto a fine giugno. E i primi ritardi nel fronteggiare il problema delle polveri sottili, arrivano proprio dalle Regioni del nord che ogni anno sono le prime “vittime” dell’emergenza polveri sottili. Ad esempio la Regione Piemonte e quella del Veneto non hanno approvato la delibera stagionale di misure antinquinamento. Ritardi inaccettabili dato che in Italia si continua a morire per l’aria inquinata con oltre 60mila morti l’anno nel nostro Paese a causa dell’esposizione ad inquinamento da polveri sottili (PM 2,5), ossidi d’azoto (NO2) e ozono (O3). 

Ecco l’elenco delle città più inquinate del 2017:

1 – Torino – 66 giorni di superamento dei limiti
2 – Cremona  – 58 giorni
3 – Padova  – 53
4 – Frosinone – 52
5 – Pavia – 52
6 – Venezia – 52
7 – Vicenza – 52
8 – Milano – 50
9 – Reggio Emilia – 50
10 – Vercelli – 50
11 – Alessandria – 49
12 – Asti – 48
13 – Treviso – 46
14 – Lodi – 45
15 – Brescia – 44
16 – Mantova – 44
17 – Piacenza – 44
18 – Modena – 43
19 – Monza – 43
20 – Como – 41
21 – Verona – 41
22 – Parma – 39
23 – Rovigo – 39
24 – Bergamo – 36
25 – Novara – 36

“Per fronteggiare l’emergenza cronica dello smog, che risente sempre più dei cambiamenti climatici – dichiara la Presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni –  servono interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale sia a livello locale e regionale. Il protocollo antismog, firmato a giugno, se da una parte ha cercato di uniformare le strategie antinquinamento dei piani regionali e dei provvedimenti d’urgenza, dall’altra parte da solo non basta e non può riguardare solo le Regioni più inquinate del Nord Italia dato che il problema smog riguarda tutte le città d’Italia. Per questo è importante che venga esteso anche alle altre regioni della Penisola, ma allo stesso tempo è importante che vengano attuati interventi e misure coraggiose con un ripensamento delle città come spazi urbani. Al nostro governo, ai presidenti di Regione, come a molti sindaci, chiediamo di abbandonare atteggiamenti lassisti e di fare diventare il tema della qualità dell’aria davvero una priorità, altrimenti continueremo a condannare i cittadini italiani a respirare aria inquinata”.

Tratto da Legambiente.it